La commemorazione di una strage dovrebbe essere il momento che unisce un paese. Lo è per gli Stati Uniti, lo sarà per la Norvegia, per l’Italia e per Bologna no. Il 2 agosto di 31 anni fa tre terroristi neri appartenenti ai Nar, Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, furono condannati (Mambro e Fioravanti all’ergastolo, Ciavardini a 30anni), per essere stati gli esecutori materiali della strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980): 85 morti, 207 feriti di cui 70 con invalidità grave.
Silvio Berlusconi, da quando è “sceso in campo” (dal 1994 ad oggi è stato presidente del Consiglio per 9 anni) non si è mai degnato di essere presente e da due anni non manda un ministro alla commemorazione. Gli innumerevoli processi, dopo anni d’indagini, hanno individuato le responsabilità della P2 e di alcuni affiliati: dal Venerabile Gelli (condannato a 10 anni per calunnie aggravate dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini), al faccendiere Pazienza, agli ufficiali del Sismi Musumeci e Belmonte. Tutti fratelli della stessa loggia massonica di Silvio Berlusconi (tessera n.1816), che a proposito di P2 è stato condannato per falsa testimonianza (reato amnistiato), e di Fabrizio Cicchitto (tessera n.2232), capogruppo in parlamento del Pdl.
Un governo che ha come capo un piduista può volere la verità sui mandanti e sul perché la P2 ha tentato anche l’impossibile per depistare magistrati e inquirenti?
Nella piazza della stazione di Bologna, quando suonerà la sirena in ricordo dell’esplosione della bomba, migliaia di cittadini, di destra, di sinistra, donne, uomini, giovani e anziani, in religioso silenzio, rivolgeranno il loro sguardo verso l’orologio che da 31 anni è fermo alle ore 10,25. Da due anni Berlusconi non manda un ministro, non per paura delle contestazioni, perché non vuole dare risposte alle accuse che Paolo Bolognesi, il presidente dell’Associazione familiari delle vittime del 2 agosto, a cui si uniscono altre associazioni come quella dei familiari delle vittime di via dei Georgofili: “L’assenza del governo rappresenta una ritorsione, Berlusconi promette e non mantiene”. Nel 2008 il Cavaliere giura di rendere esecutiva la legge 206 che determina il risarcimento alle vittime e ai familiari che hanno subito atti di terrorismo e di stragi, riconoscendo pensioni di invalidità ai feriti gravi, poi la blocca. Sempre nel 2008 assicura di eliminare il segreto di Stato, poi blocca la legge 124 del governo Prodi, votata dal Palamento nel 2007, che avrebbe ridotto la durata del segreto di Stato da 30 a 15 anni.
Il saggio ministro per la Semplificazione Calderoli ha proposto al governo di saltare le ferie. Il periodo potrebbe essere dedicato a fare, per una volta, qualcosa di utile per il Paese e non per Arcore, ad esempio: aprire i tanti armadi della vergogna sparsi in tutt’Italia a partire dalle stragi nazifasciste del ’44, passando poi da Portella della Ginestra per arrivare a Milano in via Palestro.
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