Libri



Esce in libreria il 28 giugno “Calcio criminale” (Rubbettino) di Pierpaolo Romani, un’impietosa denuncia di tutto il marcio che avvelena lo sport più amato dagli italiani.
Da qualche tempo il mondo del pallone è scosso dal più grande scandalo della sua finora gloriosa storia. Partite truccate, giocatori compiacenti, loschi giri di denaro e scommesse… ma come succede sempre in questi casi, scava scava, si arriva ancora più in fondo e il fondo è ancora più torbido di quanto si sia finora immaginato. Già perché stavolta, grazie alle indagini culminate in quella che è stata battezzata “scommessopoli 2012”, è emerso con agghiacciante chiarezza il ruolo delle mafie, sia italiane che straniere, che hanno esteso i loro tentacoli anche sul pallone.
Si è scoperta così l’esistenza di reti criminali transnazionali, con base in Asia (in particolare a Singapore), che alterano i risultati delle partite, corrompendo alcuni giocatori, al fine di scommetterci sopra a colpo sicuro. Non solo ma da quanto emerge dalla indagini in corso in Campania e in Puglia, alcuni clan della camorra e della sacra corona unita avrebbero acquistato persino delle agenzie di scommesse per riciclare denaro.
Ma perché tanto interesse da parte della criminalità verso lo sport italiano per antonomasia?
Il calcio è uno strumento fondamentale per i mafiosi al fine di costruire, alimentare e gestire il consenso sociale, per controllare il territorio, per riciclare denaro sporco.
Grazie al calcio i mafiosi avvicinano persone che nella quotidianità vivono in contesti sociali distanti; intrecciano rapporti con il mondo della politica, dell’imprenditoria e delle professioni e questo è utile per fare affari e garantirsi omertà e impunità.
L’interesse dei mafiosi è soprattutto per i campionati minori del settore professionistico (Lega Pro) e per quelli dilettantistici (serie D ed eccellenza) del Mezzogiorno. Non mancano però casi anche al Nord: vedasi la storia della Sanremese calcio, e tentativi di infiltrazione che hanno riguardato squadre di serie A, come il Palermo e la Lazio.
Questo libro racconta con impietosa precisione e dovizia di particolari questo inquietante lato oscuro del nostro calcio facendo ricorso a storie reali tratte da atti giudiziari, documentazione ufficiale, letteratura scientifica e articoli di stampa, che danno conto del rapporto esistente tra calcio e mafie, specificando le ragioni, le dinamiche e le modalità con le quali le diverse mafie – Cosa nostra, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita, basilischi – si sono inserite nel mondo del pallone. Non mancano però anche storie positive che testimoniano come il calcio può essere un valido strumento per costruire e promuovere una cultura della legalità, della solidarietà, della responsabilità civile, sia a livello individuale che sociale.
Pierpaolo Romani
Calcio Criminale
Prefazione di Damiano Tommasi


«... l’antimafia, più che atto esemplare di singoli eroi, è stata per molti anni mobilitazione popolare e bisognerebbe compiere ogni sforzo perché sia liberazione collettiva dentro un progetto di democrazia partecipata, di riconoscimento di diritti e soddisfacimento di bisogni, cancellati o negati dalle dinamiche del mercato globalizzato, di cui le borghesie mafiose sono insieme prodotto e riproduttrici.»
Dopo anni di negazione e di silenzio, il mercato mediatico sforna continuamente prodotti di largo consumo che spesso danno un’immagine distorta e fuorviante tanto della mafia che dell’antimafia. Una mafia ridotta a poche decine di padrini e a qualche migliaio di gregari e una trama di rapporti (la famigerata “trattativa”) circoscritta a pratiche episodiche, svelate centellinando le dichiarazioni, a pianificare l’istogramma dell’attenzione, e un’antimafia iconizzata nella parola e nel gesto di personaggi di successo. L’autore di questo libro da decenni è impegnato in un’attività di ricerca e di mobilitazione sulla base di una concezione della mafia e dell’antimafia al di là delle idee correnti. Se queste sono dominate dalla polarizzazione (o “subcultura” o “associazione a delinquere”) il “paradigma della complessità” lega l’associazionismo criminale a un sistema di relazioni che ne costituisce il vero punto di forza, garantendo insieme continuità e adattamento al mutare del contesto. E l’antimafia, più che atto esemplare di singoli eroi, è stata per molti anni mobilitazione popolare e bisognerebbe compiere ogni sforzo perché sia liberazione collettiva dentro un progetto di democrazia partecipata, di riconoscimento di diritti e soddisfacimento di bisogni, cancellati o negati dalle dinamiche del mercato globalizzato, di cui le borghesie mafiose sono insieme prodotto e riproduttrici.
Umberto Santino è fondatore e direttore del Centro siciliano di documentazione sorto nel 1977 e successivamente dedicato a Giuseppe (Peppino) Impastato, il militante della Nuova sinistra, proveniente da una famiglia mafiosa, assassinato dalla mafia nel 1978. Assieme ai familiari e ad alcuni compagni di Peppino ha condotto una dura battaglia per difenderne la memoria da chi lo voleva terrorista e suicida e per ottenere giustizia, con la condanna dei mandanti dell’assassinio e con la relazione sul depistaggio delle indagini della Commissione parlamentare antimafia.
È autore di vari scritti, tra cui ricordiamo: Una ragionevole proposta per pacificare la città di Palermo (1985, 2006), La mafia in casa mia, storia di vita della madre di Peppino Impastato, con Anna Puglisi (1986, 2003), L’omicidio mafioso (1989), L’impresa mafiosa (1990) e Dietro la droga (1993) con Giovanni La Fiura, Libro di Giona (1993), La borghesia mafiosa (1994), L’alleanza e il compromesso (1997), I giorni della peste (1999, 2006), La mafia interpretata (1995), Dalla mafia alle mafie (2006), Mafie e globalizzazione (2007), Storia del movimento antimafia (2000, 2009).

(In copertina: il "papello", una lettera a Berlusconi e alcuni "pizzini" di Bernardo Provenzano)


Libero Grassi: CARA MAFIA IO TI SFIDO
Educare alla legalità attraverso il fumetto. Raccontare storie di uomini che loro malgrado sono diventati eroi. In occasione dei vent'anni dal delitto di Libero Grassi, avvenuto a Palermo il 29 agosto 1991, la Round Robin editrice pubblica il fumetto "Libero Grassi (Cara mafia, io ti sfido)" di Laura Biffi, Raffaele Lupoli e Riccardo Innocenti. Una graphic novel che ripercorre la storia dell'imprenditore ucciso dalla mafia dopo aver intrapreso una guerra solitaria contro una richiesta di pizzo. "Raccontiamo la normalità di una lotta straordinaria - spiega Lupoli, curatore della collana che si è occupata anche del fumetto su Pippo Fava - Ricostruiamo la memoria dal basso, attraverso la testimonianza di chi l'ha conosciuto". La vedova Pina Misano Grassi, il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, il fondatore della prima associazione antiracket della Sicilia Tano Grasso e i ragazzi di Addio Pizzo: un libro inchiesta frutto di oltre trenta interviste sul campo e più di un anno di lavoro. "Siamo stati molto precisi oltre che nella ricostruzione della sceneggiatura anche nei disegni, raccontando la Sicilia e Palermo di allora  -  spiega lo sceneggiatore - Inserendo degli episodi divertenti che rendono l'idea della normalità di un uomo che come tutti, aveva i suoi vezzi, tra cui mangiare i cannoli prima di cena e non a fine pasto. Insomma un modo per spiegare ai ragazzi che si può essere straordinari nella normalità".



"Storia del movimento antimafia: Dalla lotta di classe all'impegno civile"
Questa nuova edizione, si propone soprattutto di promuovere una riflessione, in primo luogo nell'ambito di un movimento che deve crescere, diffondersi e radicarsi, ma anche in un ambito più ampio, quello della società civile più o meno organizzata e quello ancora più esteso dei lettori che desiderano conoscere la storia remota e attuale delle lotte contro uno dei fenomeni più preoccupanti della società contemporanea e impegnarsi per la costruzione di alternative efficaci e praticabili.
Le pagine della Storia del movimento antimafia si articolano in tre parti:
la prima parte, "II movimento contadino e la lotta contro la mafia", abbraccia un arco di tempo che va dai Fasci siciliani, al fascismo, al secondo dopoguerra; di questa parte ne consiglio un'attenta lettura perchè non è solo la "cronaca" del movimento contadino più importante a livello europeo negli anni fra la fine dell'800 ed i primi del 900, che solo un cultore del calibro di Umberto Santino poteva raccontarlo restituiendoci tutta la forza e la volontà di riscatto popolare di cui si è persa la memoria.
la seconda parte, "Un periodo di transizione", è sui cruciali anni '60 e 70;
la terza parte, "L'impegno della società civile", analizza la lotta contro la mafia dagli anni '80 a oggi.
Il volume contiene anche un'appendice sulle associazioni e le iniziative antimafia in Italia aggiornata ad oggi, essenziale repertorio di punti di riferimento in tutto il territorio nazionale.