In che mani siamo



ROMANO LA RUSSA (FRATELLO DI IGNAZIO): "IL FASCISMO NON E' STATO UN MALE ASSOLUTO E NOI NON ABBIAMO MAI NEGATO LA NOSTRA SIMPATIA VERSO DI ESSO. BERLUSCONI? E' PIU' PERSEGUITATO LUI DI ALCUNE COSIDDETTE VITTIME DEL REGIME FASCISTA".
21/9/2011 - Ospite del programma radiofonico “La Zanzara”, Romano, fratello minore del ministro della Difesa Ignazio La Russa e assessore in Regione Lombardia, si è lanciato in un’apologia sfrenata del fascismo: “Ignazio è sempre stato più tranquillo di me, io ero più sovversivo”. Alla domanda su chi dei due fosse più fascista, lui risponde: “Non si è ‘più fascisti’, si è fascista e basta. Non abbiamo negato, né neghiamo simpatie per il regime fascista, adesso più che mai”. E non chiedetegli di rinnegare il ventennio come fece si suoi tempi l’ex compagno di partito Gianfranco Fini: “Dire che il fascismo è stato il male assoluto? Mi farei uccidere piuttosto”.
Poi aggiunge: "La persecuzione di Berlusconi è molto peggio di quanto abbiano subito alcune cosiddette vittime del regime fascista".[ascolta l'audio]
13/9/2011 - "IO NON FUGGO DAI GIUDICI, IL MIO VIAGGIO A BRUXELLES MI E' STATO CHIESTO DALLA COMMISSIONE EUROPEA E DAL SUO PRESIDENTE PER ILLUSTRARE IL PIANO DI RIENTRO DEL NOSTRO PAESE, SONO STATO COSTRETTO PERCHE' LA SINISTRA HA FATTO TANTA CONFUSIONE".
BARROSO: "NESSUNO GLI HA CHIESTO NULLA, A BERLUSCONI DEDICHERO' NON PIU' DI DUE MINUTI".
( ANSA) - Silvio Berlusconi scrive ai magistrati di Napoli e racconta le motivazioni che lo hanno spinto a questo viaggio improvviso proprio nel giorno dove i magistrati stessi dovevano interrogarlo sulla vicenda Tarantini " Questo viaggio mi è stato chiesto proprio dalla commissione Europea e dai suoi membri per relazionare la positività della nostra manovra che riporterà in pari il nostro paese. Un viaggio forzato proprio per colpa della sinistra che sulla nostra manovra ha fatto soltanto confusione".
Le dichiarazioni del premier però si scontrano con le dichiarazioni di Barroso, Presidente della Commissione Europea, che si è detto stupito di questo viaggio improvviso di Berlusconi definendolo "non ufficiale" e assolutamente non richiesto "Nessuno ha chiesto a Berlusconi di illustrare nulla, conosciamo la manovra dell'Italia che tuttavia ci sembra insufficiente. Quella del presidente del Consiglio italiano non è una visita ufficiale ed io ho tantissimi impegni, a Berlusconi dedicherò non più di due minuti"

Villabate (PA), la delibera del sindaco: "Una strada dedicata a Rommel"

Il sindaco di Villabate, Gaetano Di Chiara, è convinto che ci siano due personaggi "meritevoli di essere menzionati nella toponomastica cittadina", così ha scritto nella delibera di giunta per l'intitolazione di alcune nuove strade in città. Eccoli, dunque, i nuovi eroi di Villabate: accanto a quattro ex sindaci, ci sono Manfred von Richthofen, "il leggendario barone rosso, talento puro dell'aviazione tedesca", e poi Erwin Rommel, "generale tedesco conosciuto anche con il soprannome "la volpe del deserto", morto suicida - spiega la delibera della giunta - a causa dei pesanti sospetti della sua connessione con i cospiratori nel complotto contro Hitler". Insomma, il sindaco Di Chiara, cresciuto nel movimento giovanile di Alleanza nazionale, tiene a precisare che in fondo "la volpe del deserto" è rimasta alla storia non fra i gerarchi nazisti, ma fra quelli che alla fine tentarono di fermare il Fuhrer. La delibera per l'intitolazione delle nuove strade è stata pubblicata sabato all'albo pretorio: "Non riesco ancora a crederci", dice il consigliere comunale Antonino Retaggio, che da anni si batte perché venga dedicata una strada al soldato eroe di Villabate: "Il Comune ha dimenticato Giovanni Militello - denuncia - fu catturato sul fronte russo e deportato nel campo di concentramento di Altengrabow. Il Consiglio e poi anche la giunta avevano dato parere favorevole per intitolargli una strada. Ma la pratica si è persa". Qualche mese fa, Retaggio aveva proposto di intitolare qualcosa anche a Peppino Impastato: "Sarebbe stato un modo per riscattare la nostra cittadina, tristemente famosa per gli scioglimenti del Consiglio comunale per mafia". Ma la proposta non è stata neanche presa in considerazione

BALDASSARRI (PDL): "LA RIFORMA DELLE PENSIONI? LA GENTE DEVE LAVORARE FINO A 70 ANNI!"
(ASCA) - Roma, 19 ago - ''Io sono favorevole a un aumento graduale dell'eta' pensionabile fino al limite dei 70 anni''. A dirlo e' il presidente della commissione Finanze del Senato, Mario Baldassarri (Pdl) in un'intervista al Sole 24 Ore.
Una riforma ''definitiva che non deve essere fatta per fare cassa bensi' per dare un equilibrio di lungo periodo al sistema e garantire una maggiore equita' intergenerazionale''. Ma ci tiene a sottolineare che ''senza interventi verticali capaci di incidere su tanti sprechi non si risolveranno i problemi di fondo della nostra finanza pubblica''. Il presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama ritiene ''ineluttabile'' il percorso di innalzamento graduale dell'eta' pensionabile. ''Si deve arrivare - spiega - a 70 anni in dieci, quindici anni al massimo. Magari tenendo salvo solo il diritto al pensionamento anticipato per i lavoratori che hanno raggiunto i 40 anni di contributi''.
SUL SUO YACHT IN COSTA AZZURRA IL NUOVO FORMIGONI CHE STUDIA DA PREMIER E SULLA CHIESA DICE: "NESSUNO TOCCHI IL VATICANO, I BENI DELLA CHIESA NON VANNO TASSATI, CON I SOLDI LORO FANNO DEL BENE".
(AGI) - Milano, 17 ago. - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, si mostra contrario a tassare i beni della Chiesa. Durante un'intervista alla trasmissione radiofonica 'la Zanzara', su Radio24, il governatore ha spiegato che la Chiesa, i fondi che le vengono dati, "non li utilizza certamente per abbellire di ori i suoi edifici, ma per iniziative di assistenza, educative, che vanno a favore della fascia piu' debole della popolazione". Insomma, tassare il Vaticano sarebbe sbagliato, "cosi' come i tagli ai Comuni. Bisogna esserre intelligenti e capire dove si puo' tagliare e dove si va a incidere sulla carne viva dei cittadini". Per il presidente lombardo "quello che fa la Chiesa e' regolamentato in maniera chiara. Mi auguro che nessuno voglia andare a toccare libere offerte dei fedeli", e su eventuali edifici da tassare perche' non usati per il culto o per servizi sociali, Formigoni conclude: "Questi signori facciano l'elenco degli edifici che vengono utilizzati male, altrimenti mi sembrano solo accuse facilone e demagogiche che non rispondono alla realta'".

PAOLO GUZZANTI: "INGIUSTO VOLER TASSARE I RICCHI, SI TIRANO FUORI SEMPRE GLI STESSI ARGOMENTI, LA POVERTÀ È UNA PUNIZIONE DIVINA, CHI È POVERO SICURAMENTE HA FATTO DEL MALE E DIO LO PUNISCE CON IL SUDICIUME E LA MISERIA". 
Poveri ricchi. Tutti a dargli addosso, a condannare la loro opulenza, a mettere alla gogna chi rivendica, semplicemente, il proprio “diritto primario” alla felicità. Come se non bastasse quel passaggio del Vangelo che, nella versione guzzantiana, recita impietosamente: “Entra più speditamente un filo nella cruna dell’ ago che un ricco in paradiso”. Eppure, non c’è voce che si levi contro questa “crociata banale”, contro il ”pogrom ideologico di una società fragile che ha nel suo Dna ”Masaniello e Cola di Rienzo, Savonarola e l’assalto ai forni, gli untori e la colonna infame”. Parole del senatore Paolo Guzzanti (del gruppo dei Responsabili) che oggi su “Il Giornale” si fa in quattro per spiegare perché la patrimoniale proprio non va: “In una società laica, scrive Guzzanti- se uno vuol spendere quel che ha per un bagno nello champagne, nessuno dovrebbe avere il diritto di impicciarsi e sanzionare una tale frizzata abitudine.” E’ preoccupato, Guzzanti, per quel che accade in Italia, per quella abominevole tendenza pauperistica a “tassare chi ricerca il piacere”, a vessarlo con una “macchina fiscale intimidatoria”, facendo leva sull’ideologia della rabbia (tipica dei poveri) che vuol ghettizzare la ricchezza nei lager.
Maledetti poveri: in una società liberale, ricorda Guzzanti, “al povero si dovrebbe chiedere: che cosa hai fatto dunque di male se Dio ti punisce con il sudiciume della povertà, anziché con l’ordinato lindore del benessere?“. E invece no “da noi si capovolge la domanda e si chiede conto a chi produce o possiede ricchezza, del sudiciume del suo denaro. È ovvio -ammette a malincuore Guzzanti- che in una società in cui molti sono ricchi per traffici illegali, un’aura di sospetto aleggi su chiunque abbia denaro ma allo stesso modo la giustizia dovrebbe garantire che fasce più o meno larghe della popolazione non vivessero di stipendi gonfiati, pensioni di invalidità non dovute” . Insomma, piantiamola di assaltare gli yacht, e andiamo seriamente a stanare quei pezzenti che aspirano impropriamente all’uso della sopravvivenza. E soprattutto piantiamola di “far credere sempre che le difficoltà, le crisi, le pestilenze e i crolli in borsa, siano opera della losca confraternita dei borghesi produttori di profitto, che vanno prima di tutto additati al pubblico disprezzo in un clima di intimidazione”. Così parlò Max Weber o forse Briatore.