In un difficile contesto socio-politico come quello del 2° dopoguerra in Sicilia, a Passo di Rigano, sette carabinieri persero la vita perché impegnati nel ripristino della legalità.
Teatro dell’eccidio quella che allora era una piccola borgata alle porte di Palermo, posta sulla strada provinciale SP1 di accesso alla città provenendo da Partinico e Montelepre; il bandito Salvatore GIULIANO, fece esplodere una potente mina anticarro lungo la strada. La deflagrazione investì un mezzo, con a bordo 18 Carabinieri, di una colonna composta da 5 autocarri pesanti e da due autoblindo che trasportavano complessivamente 60 unità del Battaglione Mobile Carabinieri di Palermo. L’esplosione dilaniò il mezzo e provocò la morte di sette giovani Carabinieri, altri 10 rimasero feriti, alcuni subendo gravi mutilazioni. Tutti ragazzi di umili origini, provenienti da varie città italiane.
In quegli anni la banda GIULIANO teneva in scacco lo Stato. La convergenza di interessi tra: la malavita, i separatisti dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia), i grandi latifondisti ed i boss mafiosi, diede luogo ad una vera e propria guerra contro lo Stato: vennero messe in atto violente azioni di guerriglia militare contro l’Arma dei Carabinieri e l’Esercito quali baluardi dell’unità nazionale e, successivamente, contro istituzioni pubbliche e politiche.
Tra gli episodi più significativi si ricorda il precedente assalto alla caserma dei carabinieri di Bellolampo (26 dicembre 1945) quando una cinquantina di banditi incappucciati attaccarono l'edificio che lo occuparono, dopo un violento combattimento, devastandolo e razziando armi e munizioni.
Tre giorni più tardi venne assalita la caserma di Grisì (PA). Dopo 8 giorni toccò alla casermetta di Pioppo (PA) e nelle quarantott'ore successive fu la volta di quella di Borgetto (PA). Ancora più sanguinoso fu l'attacco a quella di Montelepre (PA), paese nativo di GIULIANO, che fu espugnata dopo ore di combattimento.
Dopo, la strage del 1° maggio 1947, a Portella delle Ginestre, quando i banditi sparano su circa 1.500 contadini radunatisi per la festa del lavoro; il 19 dicembre successivo gli squadroni della morte di GIULIANO piombarono all'improvviso a Partinico e attaccarono in forze la tenenza dei Carabinieri.
Dal 1943 al 1949 il banditismo sembrò invincibile. Gli scontri si susseguirono senza interruzioni mietendo decine di vittime tra i militi dell'Arma. Quando il 19 agosto 1949 avvenne la strage di Bellolampo, l’Arma contava quasi 100 carabinieri caduti in conflitti a fuoco.
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