Adesso lo stesso Consiglio dei ministri che aveva detto no allo scioglimento del Consiglio, ha deciso invece un provvedimento piu' 'morbido', con la rimozione di quattro dirigenti dell'ufficio tecnico, per presunte '"inadempienze e inerzia". Insomma, uno scioglimento solo a meta'. Rimozione immediata dei vertici dell'ufficio tecnico per “inadempienze e inerzia dei dipendenti”.
Queste le motivazioni contenute nella notifica che sabato scorso era stata consegnata dai carabinieri presso il municipio di Belmonte Mezzagno.
Un comune che sta vivendo un'estate a dir poco calda che era iniziata con la relazione depositata dal Prefetto, Giuseppe Caruso, oggi in forza all'agenzia per i beni confiscati, vagliata dal ministro dell'Interno, in cui si ipotizzano infiltrazioni mafiose a palazzo di città e soprattutto pesanti irregolarità nella gestione dell´ufficio tecnico.
Imprednitori fidati vicini a boss a cui sarebbero stati affidati dal Comune diversi lavori pubblici con la formula della somma urgenza, o ancora altre irregolarità di cui si occuperà la Procura, come quelle riguardanti esponenti della giunta con incarichi tecnici privati in cantieri che lavorano con abusi edilizi.
Lo stesso Consiglio dei ministri, pur negando lo scioglimento del comune, aveva dovuto prender atto della situazione, tanto che si espresse con tali parole alla richiesta: «Preso atto della relazione del ministro dell'Interno sulla situazione nel Comune di Belmonte Mezzagno (Palermo), il Consiglio ha poi autorizzato il ministro ad avvalersi dei poteri conferitigli dalla legge per contrastare, a livello delle strutture comunali, ogni condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità' organizzata, senza pervenire allo scioglimento del Consiglio comunale».
Contestando duramente la relazione dell'ex prefetto ieri sera, il sindaco Saverio Barrale, zio del ministro per le politiche agricole Saverio Romano, ha rassegnato le dimissioni al termine di un´infuocata seduta del consiglio comunale spedendo anche una lettera allo stesso Ministro degli Interni Maroni. Un atto che scatena un vero terremoto politico, tanto che in comune potrebbe arrivare presto il commissariamento.
Sulla vicenda è intervenuto anche il senatore Pd, Giuseppe Lumia: «L'esecutivo, non accogliendo la richiesta di scioglimento dell'amministrazione di Belmonte Mezzagno, ha deciso di ignorare i rilievi sulle collusioni e le infiltrazioni mafiose fatti dalla prefettura di Palermo. Un governo non può chiudere gli occhi per opportunità politica, come è avvenuto anche per il comune di Fondi. Questo è inaccettabile perchè la lotta alla mafia non deve guardare in faccia nessuno». Lo dice il senatore del Pd, Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia. «Il ministro dell'Interno - aggiunge - ci spieghi quali valutazioni stanno alla base della scelta del Consiglio dei ministri. Ci sono state pressioni indebite? La decisione di azzerare l'ufficio tecnico senza chiamare in causa l'istituzione politica è incoerente e rischia di compromette la credibilità di uno strumento antimafia molto importante per prevenire degenerazioni politico-mafiose».
Nessun commento:
Posta un commento