lunedì 22 agosto 2011

Enerambiente smaltirà i rifiuti di Napoli, nonostante un provvedimento antimafia.

La società estromessa dalla raccolta in Campania gestirà la "monnezza" spedita in Toscana

Un'informativa della prefettura di Venezia adombra contiguità con i fratelli Graviano. Intanto l'ex ad finisce in carcere e il patron Gavioli è indagato. La saga dei rifiuti non ha fine e nella galassia di inchieste, soldi sprecati e arresti c’è anche la vicenda di una società estromessa dalla raccolta dei rifiuti a Napoli, ma che ritorna protagonista come socio privato di un’azienda mista che si occupa di smaltire, in Toscana, il pattume campano. Enerambiente, società veneziana del patron Stefano Gavioli, ha lavorato per l’Asia, la società del comune di Napoli, fino al novembre 2010, quando ha ricevuto un’informativa atipica, una misura di prevenzione antimafia, dalla prefettura di Venezia nella quale si manifestavano vicinanze sospette dell’ex amministratore delegato Giovanni Faggiano e dello stesso Gavioli. La presenza a Napoli di Enerambiente, oggi in liquidazione, e i suoi rapporti con Asia, sono al centro di diverse inchieste della procura partenopea e del pool di magistrati, coordinati dall’aggiunto Giovanni Melillo. Il 21/7, sono scattati altri due arresti. In manette, per corruzione ed estorsione, sono finiti Faggiano e Corrado Cigliano, il primo ex ad di Enerambiente, il secondo ex capocantiere a Napoli della società veneziana e fratello di Dario, ex consigliere provinciale Pdl, anche lui coinvolto a diverso titolo in una precedente operazione. L’accusa è quella di aver preteso soldi non dovuti e posti di lavoro dai responsabili delle ditte (Davideco e Cooperativa San Marco) a cui affidavano il subappalto. Tra gli indagati in un altro filone dell’indagine c’è anche Stefano Gavioli. Proprio Gavioli con la sua Enerambiente è consigliere nel cda di Rea, Rosignano energia ambiente. Una società con sede a Rosignano, in provincia di Livorno, che si occupa di rifiuti e che sta smaltendo quelli provenienti da Napoli. Fino ad oggi sono circa 9 mila le tonnellate raccolte dalla ditta livornese con un costo per la Sapna, la società provinciale di Napoli, di oltre un milione di euro. Ora sono in arrivo altre 5 mila tonnellate dopo l’accordo tra le regioni siglato nei giorni scorsi. Insomma la Enerambiente uscita dalla porta nella raccolta del pattume partenopeo si trova ad essere socio privato dell’azienda mista che cura lo smaltimento dei rifiuti campani nella discarica livornese di Scapigliato. La Rea è una società mista pubblico-privata con il comune di Rosignano capofila con una quota del 45% e due soci privati, tra cui Enerambiente (nata dalle ceneri di Slia di Manlio Cerroni) è al 24%. Oltre a Stefano Gavioli, nel consiglio di amministrazione siede anche la sorella Maria Chiara. “Enerambiente è un socio finanziatore, ma non operativo – precisa Massimiliano Monti, direttore generale della Rea – i rifiuti provenienti da Napoli vengono controllati e usiamo tutto personale in capo alla nostra azienda e non dei privati”. Ma in caso di utili il patron Gavioli parteciperebbe alla spartizione. Di certo risulta ingombrante la presenza della società veneziana. Un anno fa fu bocciata l’idea di acquisirne la quota perché Enerambiente chiese una cifra intorno agli 8 milioni di euro. Nel luglio 2010 Giovanni Faggiano si dimise da consigliere di Rea dopo ripetute richieste a seguito della condanna per corruzione aggravata in primo grado subita. Nonostante l’assoluzione in secondo grado, restano i pesanti rapporti con uomini vicini al crimine organizzato, evidenziati nell’informativa atipica spiccata dalla prefettura di Venezia, lo scorso ottobre. Nell’informativa della prefettura di Venezia, si parlava anche di Gavioli, il patron di Enerambiente, che resta consigliere di Rea: “ Sono stati accertati rapporti – si legge – di dubbia natura tra Gavioli Stefano, attuale amministratore unico e precedentemente presidente del Cda di Enerambiente Spa, e Zito Angelo, soggetto legato al crimine organizzato, condannato per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso e arrestato nell’ambito di una operazione della Dia di Palermo con l’accusa di riciclaggio del denaro di pertinenza del clan mafioso riconducibile ai fratelli Graviano”. [leggi tutto… ]
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e tanti altri….

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