mercoledì 31 luglio 2013

La casa memoria di Peppino Impastato diventa un museo

Cinisi (PA) 25 luglio 2013
... le note di Bob Dylan accolgono chi entra. "How many roads... ", suona Blowin’in the wind dal vinile The Freewheelin’, custodito tra i suoi dischi preferiti, accanto a quelli di Joan Baez, Fabrizio De Andrè e Luigi Tenco.
Sul comodino gli scritti di Lenin, La Peste di Camus e l’ultimo libro letto: La scomparsa di Majorana, di Leonardo Sciascia. Sul letto la coperta di lana fatta a mano dalla mamma.
In un angolo, la chitarra che non sapeva suonare "ma tanto c’è sempre qualcuno che avrà voglia di farlo". Più in là c’è la Zenith acquistata qualche mese prima per documentare il marcio che gli stava intorno e quel po’ di bellezza che era riuscito a preservare e a far prosperare intorno a sé. Sulla scrivania, di fianco al mappamondo che segna ancora i confini dell’Urss, c’è l’Olivetti. Su quei tasti prendevano forma idee e progetti, denunce e amarezze, documenti politici e riflessioni intime.
Il pubblico e il privato di chi alla parola, scritta o scandita con voce netta, urlata nei comizi o sublimata nello sberleffo ai microfoni di Radio Aut, non aveva mai rinunciato. Sentendone il peso e la responsabilità fino all’estremo. Alle pareti la tessera da giornalista postumo, la laurea alla memoria in Filosofia assegnata nel 1998, il manifesto del circolo di Musica e Cultura che nel 1977 prometteva una mini Woodstock tra gli ulivi e i pascoli spazzati via dal cemento dell’aeroporto, alle falde di una montagna maledetta.
Rivive da oggi, come se il tempo non fosse passato, la stanza di Peppino Impastato al primo piano in fondo al corridoio della casa lungo il corso principale di Cinisi nella quale la mamma Felicia e con lei il fratello Giovanni, la cognata Felicetta e i compagni del Centro di documentazione intitolato alla sua memoria attesero per anni, scontrandosi contro un muro di silenzi e omertà di Stato, che giustizia arrivasse….
Dai libri preferiti ai dischi in vinile, dai documenti utilizzati a ‘Radio Aut’ all’ultimo testo letto prima di essere ucciso dalla mafia. Il mondo di Peppino Impastato, l’attivista assassinato da Cosa nostra a Cinisi nel 1978, sarà mostrato al pubblico nella sede della storica Casa Memoria in corso Umberto 220 a Cinisi (Pa).
Quella che era l’abitazione di famiglia, infatti, è stata trasformata in una struttura adatta ad accogliere i numerosi visitatori che ogni anno raggiungono Cinisi per conoscere la storia e i luoghi di Peppino Impastato. I lavori di ristrutturazione sono stati realizzati grazie al progetto ”Un ponte per la memoria”, sostenuto da Fondazione con il Sud e diretto da Claudio La Camera, responsabile dell’Osservatorio sulla Ndrangheta di Reggio Calabria che, insieme a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ha curato l’allestimento della nuova casa-museo.
All’interno, un punto accoglienza, un bookshop, e un’area espositiva. Nella Casa-Museo ci sono numerosi materiali inediti di Peppino Impastato che prima d’ora non sono mai stati mostrati al pubblico. Al primo piano della casa è stata ricostruita la stanza di Peppino Impastato, quando Peppino viveva con la madre Felicia. Nella camera ci sono i suoi dischi in vinile e i suoi libri preferiti, compreso l’ultimo testo letto prima di essere ucciso dalla mafia.
Nello stesso piano della sua stanza, è stata allestita una sala lettura con alcune vetrine in cui sono stati esposti i libri che Impastato leggeva, i documenti dell’attività di Radio Aut o i numeri del giornale ”L’idea socialista”. Al centro della sala, la scrivania di Peppino Impastato con la sua macchina per scrivere e materiali inediti.