Visualizzazione post con etichetta Libero Grassi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Libero Grassi. Mostra tutti i post

domenica 28 agosto 2011

Libero Grassi: Cara mafia, io ti sfido…

Non sono pazzo, non mi piace pagare. Io non divido le mie scelte con i mafiosi”. È l’11 aprile 1991 e in diretta tv Libero Grassi, industriale tessile proprietario della Sigma di Palermo, racconta la sua vicenda d’imprenditore che rifiuta di pagare il pizzo alla mafia.
Il caso varca i confini della Sicilia e diventa di dominio nazionale. Il 29 agosto alle 7.30 muore in un agguato a pochi passi del portone di casa. Il killer è Salvo Madonia, figlio del boss del quartiere San Lorenzo.
Lo ammazza perché può essere un “cattivo esempio” per gli altri commercianti. Potrebbero alzare la testa anche loro. Così invece se ne stanno tranquilli.
Libero Grassi quella mattina di vent’anni fa viene ucciso due volte: da Cosa nostra e dall’indifferenza dei suoi colleghi imprenditori. Lo hanno lasciato solo e sopportato con fastidio. Perché fa “tammuriate”. Non è uno che paga e sta zitto. Come fanno gli altri.
Nessuno ha dimenticato Libero Grassi. Perché il seme della sua ribellione è germogliato. Perché se “un popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”, un popolo che ritrova la sua dignità è più forte di qualsiasi mafia.

«Per essere Libero, tu che fai?», l'omaggio di Palermo a Libero Grassi


Al via le manifestazioni in ricordo dell'imprenditore anti-racket ucciso 20 anni fa dalla mafia

«Per essere Libero, tu che fai?». È questa la provocazione lanciata quest'anno sulle locandine per la commemorazione della morte di Libero Grassi, l'imprenditore che nel 1991 fu ucciso per mano mafiosa perché si rifiutò di «mettersi a posto» pagando il pizzo ai suoi estortori. Intraprese un'azione solitaria e coraggiosa contro l'organizzazione mafiosa senza ricevere alcun appoggio, per il meritevole gesto, da parte delle associazioni di categoria.

Vent'anni fa Libero Grassi veniva ucciso e da allora molte cose sono cambiate e gli imprenditori e i commercianti palermitani che non pagano il «pizzo» sono tanti, un «intero popolo» non paga e sceglie di rivolgersi alle autorità denunciando i propri estortori. La famiglia Grassi, il comitato Addiopizzo, il FAI, l'associzione Libero Futuro e ProfessionistiLiberi hanno organizzato quest'anno una due giorni per commemorare Libero e per riflettere sul tema «Mafia o sviluppo? 1991-2011».

Si parte domenica 28 alle 17 con la consueta pedalata «Libero la città» che da villa Giulia passa per via Alfieri, luogo dove venne ucciso Libero Grassi, (tributo dei fiori e minuto di raccoglimento), e arriva a Piazza Marina. Alle 18.30 a Palazzo Steri si comincerà con un Reading della «Lettera al caro estortore», vincitrice del premio «Libero Grassi 2011». Seguirà un assolo di danza classica di Maria Giovanna D'Amico, dedicato all’imprenditore ucciso dalla mafia e Roberto Alajmo leggerà degli spezzoni del suo libro «Palermo è una cipolla». Alle 20.15 partirà il dibattito «Mafia o Sviluppo. 1991-2011» dove sarà presentata la ristampa del libro «Mafia o Sviluppo. 1991-2011 – Un dibattito con Libero Grassi», Editore Di Girolamo. Interverranno: Umberto Santino, Presidente Centro Impastato; Ivan Lo Bello, Presidente Confindustria Sicilia; Roberto Helg, Presidente Confcommercio Palermo; Gaetano Paci, Magistrato della Dda di Palermo e Presidente della Fondazione legalità «Paolo Borsellino»; Costantino Garraffa, Senatore della Repubblica; Enrico Colajanni, Presidente Libero Futuro; Ugo Forello, Presidente Comitato Addiopizzo; Tano Grasso, Presidente onorario della FAI e Pina Maisano Grassi.

Alle 22 sarà proiettato in anteprima nazionale del documentario «Mettersi a posto. Il pizzo a Palermo», di Marco Battaglia, Gianluca Donati, Laura Schimmenti, Andrea Zulini, una produzione a cura della Playmaker, realizzato in collaborazione con la Filmcommission della Regione Siciliana. Il documentario descrive la situazione attuale del racket delle estorsioni e testimonia come alla persistenza del fenomeno mafioso si contrapponga un’importante disgregazione dei tabù ed una mobilitazione sociale e delle istituzioni per la lotta contro il «pizzo». «Mettersi a Posto» racconta il fenomeno estorsivo nella sua complessità attraverso le testimonianze degli organi preposti alle indagini, i processi giudiziari che vedono coinvolti i commercianti e gli imprenditori, le voci dei magistrati, e le iniziative delle associazioni antiracket.

Lunedì 29 agosto alle 7.30 è in programma il consueto raduno in via Alfieri per ricordare Libero nell'ora della sua morte, avvenuta alle 7.45. Alle 8:30 «tutti a fare la spesa al Sisa», è prevista un'azione di Consumo Critico Pizzo-Free al supermercato Sisa, in via Pindemonte n. 78, in sostegno all’imprenditore denunciante Domenico Davì. Alle 10 ci sarà l'assemblea nazionale della FAI (Federazione delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane) presso la sede del Comitato Addiopizzo, via Lincoln n.131. Alle 21 ci si sposta alla Tonnara Bordonaro per la presentazione del libro «Libero, l’imprenditore che non si piegò al pizzo», di Chiara Caprì e Pina Maisano Grassi, RX Castelvecchi Editore. E per concludere alle 23.30 ci sarà la proiezione del film-documentario «Libero nel nome» di Pietro Durante, in contemporanea con la messa in onda di Rai Due.

Libero Grassi: CARA MAFIA IO TI SFIDO

Educare alla legalità attraverso il fumetto. Raccontare storie di uomini che loro malgrado sono diventati eroi. In occasione dei vent'anni dal delitto di Libero Grassi, avvenuto a Palermo il 29 agosto 1991, la Round Robin editrice pubblica il fumetto "Libero Grassi (Cara mafia, io ti sfido)" di Laura Biffi, Raffaele Lupoli e Riccardo Innocenti. Una graphic novel che ripercorre la storia dell'imprenditore ucciso dalla mafia dopo aver intrapreso una guerra solitaria contro una richiesta di pizzo. "Raccontiamo la normalità di una lotta straordinaria - spiega Lupoli, curatore della collana che si è occupata anche del fumetto su Pippo Fava - Ricostruiamo la memoria dal basso, attraverso la testimonianza di chi l'ha conosciuto". La vedova Pina Misano Grassi, il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, il fondatore della prima associazione antiracket della Sicilia Tano Grasso e i ragazzi di Addio Pizzo: un libro inchiesta frutto di oltre trenta interviste sul campo e più di un anno di lavoro. "Siamo stati molto precisi oltre che nella ricostruzione della sceneggiatura anche nei disegni, raccontando la Sicilia e Palermo di allora  -  spiega lo sceneggiatore - Inserendo degli episodi divertenti che rendono l'idea della normalità di un uomo che come tutti, aveva i suoi vezzi, tra cui mangiare i cannoli prima di cena e non a fine pasto. Insomma un modo per spiegare ai ragazzi che si può essere straordinari nella normalità".