venerdì 3 giugno 2016

Il reato di depistaggio nel nostro ordinamento

Il reato di depistaggio nel nostro ordinamento

Nonostante la storia d’Italia sia stata insanguinata da numerose stragi, ad oggi non esiste nell’ordinamento repubblicano il reato proprio di depistaggio per colpire quei poteri che hanno fatto e fanno delle omissioni, dell’occultamento, della distruzione di prove uno strumento chiave per nascondere la verità.
Il 26 maggio il Senato ha approvato con modifiche, il “ddl” che introduce nel codice penale il reato di “frode in processo penale e depistaggio” che prevede pene detentive fino a 12 anni per i pubblici ufficiali qualora venga commesso nel corso delle indagini per i reati di associazione mafiosa, sovversiva, terroristica, attentato contro il Presidente della Repubblica, strage, scambio politico-mafioso, insurrezione armata, banda armata, traffico di armi ed altri delitti.
Un ddl atteso da anni dalle associazioni dei familiari delle vittime di mafia, delle stragi, che rimanda ad alcuni snodi cruciali della storia recente italiana: dalla vicenda di Piazza Fontana a all'attentato alla stazione di Bologna, dalle stragi mafiose al caso Moro, a Ustica.
Fino ad oggi, alle diverse condotte di depistaggio - inqualificabili per gravità politica e morale - non hanno mai corrisposto sanzioni adeguate, limitandosi l’ordinamento a prevedere per casi simili i reati di falsa testimonianza, omissione o soppressione di atti d’ufficio, senza evidenziare le conseguenze che tali condotte hanno, sul piano penale e della verità.
Questa sembra sia la volta buona: il Decreto torna ora alla Camera per il “si” definitivo, che inasprisce anche le pene per fattispecie già previste, dovrebbe arrivare entro l’estate, secondo le previsioni dei parlamentari proponenti.
La nuova fattispecie di reato punirà il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che “al fine di impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo penale immuta artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone connessi al reato…afferma il falso o nega il vero, ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito.
Se il fatto è commesso mediante distruzione, soppressione, occultamento, danneggiamento, in tutto o in parte, ovvero formazione o artificiosa alterazione, in tutto o in parte, di un documento o di un oggetto da impiegare come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato o al suo accertamento, la pena è aumentata da un terzo alla metà.” [ il testo è consultabile su http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00976361.pdf ]
Nello stesso testo dopo “il bastone”, “la carota”: la pena è diminuita dalla metà fino ai 2/3 nei confronti di colui che "si adopera per ripristinare lo stato originario dei luoghi, delle cose, delle persone o delle prove, nonché per evitare che l'attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori – ovvero per chi aiuta – concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella ricostruzione del fatto oggetto dell'inquinamento processuale e depistaggio e nell'individuazione degli autori".
Non solo, la norma prevede anche “un giro di vite” che, alla luce di fatti delittuosi di questo tipo rimasti impuniti riferiti a personaggi tristemente noti, necessitava nel nostro ordinamento: l'interdizione perpetua dai pubblici uffici; pena accessoria che si applicherà anche quando il pubblico ufficiale o l'incaricato sono cessati dall'ufficio o dal servizio.
Leggendo le previsioni di questa nuova normativa, tornano alla mente fatti storici e personaggi tristemente noti che hanno contornato delitti di mafia, stragi, incidenti aerei, il processo senza fine sulla presunta trattativa Stato-mafia, che ha visto coinvolti anche uomini delle Istituzioni repubblicane di altissimo livello…
La norma in approvazione in linea di massima è condivisibile, trovo tuttavia che prima di inasprire le pene già previste nel nostro ordinamento bisognerebbe renderle effettive. È del tutto inutile inasprire le pene teoriche se il sistema fa acqua!
Rendere effettive le pene sicuramente restituirebbe fiducia nel sistema: per punire chi si macchia di reati così odiosi è bene che si costruiscano nuove carceri e prevedere lavori forzati di pubblica utilità che assicurino un risarcimento e siano utili alla vita dello Stato.