Il 16 agosto di 2 anni fa, con una convocazione straordinaria della giunta comunale, alle 9 del mattino, il sindaco leghista di Ponteranica impone la cancellazione del nome "Peppino Impastato" dalla biblioteca comunale del suo paese.
Precedentemente anche il prefetto di Bergamo si era dichiarato contrario ad un simile provvedimento. Alle 9 del mattino, ancora prima dell'approvazione di giunta, il sindaco Aldegani invia un operaio comunale a togliere la "vergognosa" targa con il riferimento ad una delle più simboliche e complete figure impegnate nella lotta contro il potere politico-mafioso che per giunta hanno pagato il prezzo più alto perdendo la propria vita.
Il 26 Settembre di quell’anno un corteo di 7000 persone: semplici cittadini, famiglie, associazioni, bandiere di partito, invase pacificamente le vie del paesino bergamasco per protestare contro l’inqualificabile scelta degli amministratori comunali, con bandiere, striscioni ed una riproduzione gigante della targa rimossa.
La stessa targa, riprodotta in piccolo, che a circa mezz'ora dall'inizio del corteo Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ha potuto vedere appoggiata "all'ulivo della pace" vicino al bocciodromo, dove nella notte qualche ignoto provocatore ha tagliato; l'ulivo era stato piantato qualche mese prima, giusto il giorno dell'intitolazione della biblioteca poi cancellata dal sindaco Aldegani.
Da allora in tutta Italia, lo sdegno collettivo e la volontà di opporsi alla sempre più vergognosa politica di un partito politico, che è un concentrato di neofascismo, razzismo, ignoranza ed intolleranza, conditi con buffonate da baraccone circense, è sicuramente cresciuto… ma non è bastato.
Un anno dopo, nel settembre 2010 un’analoga manifestazione, contornata da eventi culturali e musicali durati tre giorni, ha denunciato a viva voce “un disegno ben chiaro che va da Bossi a Berlusconi, un disegno che vuole cancellare la memoria”, come sottolineato dal palco da Giovanni, fratello di Peppino Impastato, esortando ad un “risveglio delle nostre coscienze”, perché è vero che le targhe si possono togliere, ma i valori e gli ideali, no! Non si cancellano!
Presenti al fianco di Giovanni Impastato anche Leoluca Orlando, Claudio Fava, Heidi Giuliani semplici cittadini, deputati della Repubblica, amministratori e tanti altri esponenti politici.
La volontà è e rimane quella di « andare oltre la richiesta di rimettere la targa in memoria di Peppino Impastato in biblioteca: costituire un forum permanente antimafia per il Nord, perché la criminalità organizzata non si combatte solo con qualche manifestazione, ma con il costante studio del fenomeno e con il quotidiano impegno politico », nelle parole pronunciate dall'ex sindaco di Ponteranica, Alessandro Pagano.
“Queste manifestazioni hanno un significato importante”, come ha scritto agli organizzatori Giovanni Impastato, fratello di Peppino, in un messaggio poi girato alla stampa. “…vuol dire dare continuità alla grande battaglia di civiltà e di democrazia, vuol dire sconfiggere l’arroganza e la prepotenza di questo sistema politico che a tutti i costi tenta di bloccare il grande processo di rinnovamento. Ritorneremo a Ponteranica, per cercare di salvare la memoria storica di questo Paese, sicuramente non saremo 20 milioni, ma sarà comunque importante mobilitarsi….”
Precedentemente anche il prefetto di Bergamo si era dichiarato contrario ad un simile provvedimento. Alle 9 del mattino, ancora prima dell'approvazione di giunta, il sindaco Aldegani invia un operaio comunale a togliere la "vergognosa" targa con il riferimento ad una delle più simboliche e complete figure impegnate nella lotta contro il potere politico-mafioso che per giunta hanno pagato il prezzo più alto perdendo la propria vita.
Il 26 Settembre di quell’anno un corteo di 7000 persone: semplici cittadini, famiglie, associazioni, bandiere di partito, invase pacificamente le vie del paesino bergamasco per protestare contro l’inqualificabile scelta degli amministratori comunali, con bandiere, striscioni ed una riproduzione gigante della targa rimossa.
La stessa targa, riprodotta in piccolo, che a circa mezz'ora dall'inizio del corteo Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ha potuto vedere appoggiata "all'ulivo della pace" vicino al bocciodromo, dove nella notte qualche ignoto provocatore ha tagliato; l'ulivo era stato piantato qualche mese prima, giusto il giorno dell'intitolazione della biblioteca poi cancellata dal sindaco Aldegani.
Da allora in tutta Italia, lo sdegno collettivo e la volontà di opporsi alla sempre più vergognosa politica di un partito politico, che è un concentrato di neofascismo, razzismo, ignoranza ed intolleranza, conditi con buffonate da baraccone circense, è sicuramente cresciuto… ma non è bastato.
Un anno dopo, nel settembre 2010 un’analoga manifestazione, contornata da eventi culturali e musicali durati tre giorni, ha denunciato a viva voce “un disegno ben chiaro che va da Bossi a Berlusconi, un disegno che vuole cancellare la memoria”, come sottolineato dal palco da Giovanni, fratello di Peppino Impastato, esortando ad un “risveglio delle nostre coscienze”, perché è vero che le targhe si possono togliere, ma i valori e gli ideali, no! Non si cancellano!
Presenti al fianco di Giovanni Impastato anche Leoluca Orlando, Claudio Fava, Heidi Giuliani semplici cittadini, deputati della Repubblica, amministratori e tanti altri esponenti politici.
La volontà è e rimane quella di « andare oltre la richiesta di rimettere la targa in memoria di Peppino Impastato in biblioteca: costituire un forum permanente antimafia per il Nord, perché la criminalità organizzata non si combatte solo con qualche manifestazione, ma con il costante studio del fenomeno e con il quotidiano impegno politico », nelle parole pronunciate dall'ex sindaco di Ponteranica, Alessandro Pagano.
“Queste manifestazioni hanno un significato importante”, come ha scritto agli organizzatori Giovanni Impastato, fratello di Peppino, in un messaggio poi girato alla stampa. “…vuol dire dare continuità alla grande battaglia di civiltà e di democrazia, vuol dire sconfiggere l’arroganza e la prepotenza di questo sistema politico che a tutti i costi tenta di bloccare il grande processo di rinnovamento. Ritorneremo a Ponteranica, per cercare di salvare la memoria storica di questo Paese, sicuramente non saremo 20 milioni, ma sarà comunque importante mobilitarsi….”
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