sabato 24 settembre 2011

Un museo nel casolare di Impastato e 47 disegnatori gli rendono omaggio

di ADRIANA FALSONE
Qui gli assassini di Peppino Impastato, dopo aver eseguito il delitto, misero a punto la messinscena che diede vita poi al depistaggio. Adesso questo casolare diventerà proprietà della Regione che lo destinerà a museo. La proposta dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, d'intesa con il Comune di Cinisi, risponde all'appello lanciato attraverso "Repubblica" da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che aveva denunciato lo stato di degrado in cui si trova la struttura di contrada Feudo, a Cinisi: "Salviamo questo casolare, è tutto ciò che qui attorno conserva l'ultimo respiro di Peppino".
Dopo la pubblicazione dell'articolo, 47 disegnatori di tutta Italia si sono mobilitati e hanno realizzato altrettante tavole dedicate a Peppino e al luogo in cui fu ucciso per sostenere la campagna per la memoria.
"Sono le immagini dentro di noi a mantenere viva la memoria e questi disegni sono i simboli che stanno qui a manifestarlo. Nonostante tutto Peppino non è morto, è qui con noi adesso e potete vederlo con i vostri occhi - spiega Lelio Bonaccorso, promotore della mobilitazione degli artisti.
Sarebbe meraviglioso se a questa iniziativa partecipassero molte altre persone, esprimendo così con forza che "Peppino è vivo e le sue idee non moriranno mai".

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