Sono parole di Don Pino Puglisi e credo che se Cristo fosse stato suo contemporaneo, nel quartiere Brancaccio di Palermo, non avrebbe fatto o detto una cosa tanto diversa…
La storia di Don Pino Puglisi è quella della Chiesa migliore, quella fatta di parroci che svolgono un ruolo fondamentale in un contesto sociale come quello di Brancaccio e di tanti altri luoghi in cui la criminalità ha sempre avuto una fortissima influenza su tutto; è la dimostrazione che la mafia ha paura di chi diffonde la cultura antimafia assumendosi la responsabilità di proteggere i bambini ed i ragazzi, senza nascondersi o tirarsi indietro mai, nemmeno di fronte alla certezza di essere eliminati.
« Me l'aspettavo ». Furono le ultime parole pronunciate dal parrocco di Brancaccio 18 anni fa davanti alla pistola impugnata dal suo assassino Giuseppe Grigoli, quel giorno compiva 56 anni.
Queste parole proprio a rimarcare (qualora ce ne fosse stato ancora bisogno), la sua consapevolezza di essere il primo bersaglio dopo Falcone e Borsellino per via della sua posizione contro la mafia che non è riuscita, con il suo assassinio, né a fermarlo né a cancellarlo dalla memoria delle persone.
Nel gennaio 1993 aveva aperto il centro "Padre Nostro", diventato in breve tempo punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. La sua attività pastorale - come è stato ricostruito anche dalle inchieste giudiziarie - ha costituito il movente dell'omicidio.
I killer erano dunque attesi dal sacerdote che era consapevole del pericolo al quale si era esposto con la sua azione di recupero dei giovani del quartiere sottratti al dominio del clan dei Graviano.
Gli esecutori e i mandanti mafiosi, legati alla cosca mafiosa di Filippo e Giuseppe Graviano, sono stati condannati con sentenze definitive: ergastolo per i Graviano, Gaspare Spatuzza (che spalleggiava il killer e poi ha raccontato i retroscena del delitto), Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone.
Oltre a Spatuzza anche Grigoli è diventato collaboratore giustizia: la sua scelta, che ha preceduto quella di Spatuzza, gli è valsa una condanna a 16 anni.
Nel 1999 il cardinale Salvatore De Giorgi ha aperto la causa di beatificazione proclamando padre Puglisi "servo di Dio". La prima fase del processo si è conclusa nel 2001; da allora il fascicolo è all'esame della Congregazione per le cause dei santi in Vaticano.
La sua storia è raccontata nel film di denuncia sociale “Alla luce del sole” del 2005 diretto da Roberto Faenza, dove il ruolo di Don Pino è interpretato da Luca Zingaretti e con il libro “A testa alta” scritto nel 2003 da Banca Stancanelli.
Perché continuare allora a parlare di Don Puglisi, in fondo la sua opera è stata raccontata, assassini e mandanti sono stati assicurati alla giustizia…. Sicuramente perché è una necessità: dal suo insegnamento emerge una ineguagliabile lezione d'amore per la giustizia e la non violenza, insieme a un forte messaggio pedagogico. Don Pino è stato ucciso perché la mafia non poteva tollerare l’amore e l’impegno con cui egli si dedicava a sottrarre i giovani alla strada, alla malavita e farlo a Brancaccio per loro rappresentava “un cazzotto nello stomaco”…
La testimonianza che Salvatore Grigoli, l’assassino di don Puglisi, ha reso pubblicamente dopo essersi convertito, conferma che, per estirpare la mafia non basta il coraggio delle forze dell’ordine dei politici e dei magistrati onesti… La forza per sconfiggere la mafia è l’impegno civile, sociale, l’amore per se stessi, per la propria gente, per la propria terra, che può e deve trasformare le coscienze, cambiare la mentalità, la cultura e la vita.
Palermo ricorda Don Puglisi nel 18° anniversario del suo assassinio il 14 Settembre con una fiaccolata a Brancaccio promossa dalla parrocchia San Gaetano; il 15 Settembre In mattinata sarà proiettato il film "Alla luce del Sole" nella casa circondariale "Pagliarelli" alla presenza del regista Roberto Faenza, alle 18 in cattedrale il cardinale Salvatore De Giorgi presiederà una solenne celebrazione eucaristica e alle 21 andrà in scena un concerto dell'orchestra sinfonica siciliana che eseguirà un brano teatrale su padre Puglisi di Salvo Piparo.
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