lunedì 5 settembre 2011

Omicidio Vassallo, un anno fa il delitto irrisolto del “Sindaco pescatore”

Il ricordo e la rabbia in alcune dichiarazioni rilasciate ad “ADNKRONOS” dal figlio Antonio e dall’attuale Sindaco Pisani.
Il 5 settembre di un anno fa veniva assassinato il sindaco di Pollica Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” che in tre mandati ha trasformato il suo paese di 2mila abitanti nel cuore del Cilento in una località turistica capace di ottenere per diversi anni consecutivi le '5 vele' di Legambiente e la Bandiera blu della Fee. A un anno dalla sua morte, avvenuta in un agguato camorristico che lo ha colto mentre rientrava nella sua casa nella frazione di Acciaroli, non è ancora emersa la verità sul delitto.
All'ipotesi, sorta fin dal primo momento, di un agguato di stampo camorristico, se ne sono aggiunge col tempo altre: "Prima la figlia di un poliziotto, poi il locale notturno, tante storie che a volte ci hanno dato l'impressione di vivere in un film. La verità non la devono solo a noi ma anche a lui, che è stato lasciato solo allora e così rischia di esserlo una seconda volta ", aggiunge Antonio, che con la fondazione “Angelo Vassallo sindaco pescatore”, mantiene viva la memoria del padre e porta avanti i progetti che l'ex sindaco di Pollica ha lasciato incompiuti.
"Mio padre - spiega Antonio Vassallo - aveva intorno a sé una squadra di persone, non amministratori o politici quanto tecnici e avvocati, tutti amici legatissimi tra loro che facevano tutto quello che potevano fare per lui e per Pollica, senza nessuna retribuzione. Non era un team organizzato, ma qualcosa che veniva naturale. Erano queste le persone a lui vicine, mentre lo Stato lo ha lasciato solo: lo continueremo a dire anche se è qualcosa che non si vuol sentire e che fa girare il muso. Spesso ha chiesto aiuti che non ha avuto, parlo di politici, forze dell'ordine, che non hanno capito che qui c'era un sindaco che poteva fare del bene non solo al suo paese ma a tutta la regione. Oggi sono tutti bravi a parlare bene di lui e a fare il suo nome, ma non posso dire che, dopo quel settembre, sia venuto qualcuno qui a dirci 'cosa possiamo fare per voi".
In compenso a dicembre, invece, è arrivata la Procura di Vallo della Lucania a notificare il sequestro di una parte del ristorante del “sindaco pescatore”: secondo i magistrati, non avrebbe potuto usufruire del condono edilizio e, di conseguenza, non sarebbe stato possibile concedere l'autorizzazione per l'apertura.
"E' stata per qualche tempo la barzelletta di una piccola parte d'Italia - ricorda Vassallo - ma quando ci arrivò la notizia fu uno dei peggiori cazzotti in faccia per noi. Papà non ha sbagliato mai niente, non metteva neanche un mattone fuori posto, figurarsi nel ristorante al quale teneva tanto. Ci siamo rialzati, nella stagione estiva abbiamo lavorato, ma non vediamo l'ora di dimostrare che non c'è stato nessun abuso", aggiunge.
"La sua è una figura particolare - afferma Antonio - e tra le tante cose dette su di lui ci sono ancora aspetti non venuti alla luce".
Un libro  “Il sindaco pescatore”, scritto a quattro mani dal fratello di Angelo Vassallo, Dario, presidente della Fondazione e Nello Governato, che sarà presentato il 5 settembre ad Acciaroli, una delle due frazioni del comune di Pollica che si affacciano sul mare del Cilento.
"Dentro ci sono le sue opere, le sue battaglie, tutti gli schiaffi in faccia che ha preso", racconta il figlio Antonio, che aggiunge: "Quello che ha fatto è qui, presente, lo possiamo vedere intorno a noi. Io e tutti i miei familiari siamo orgogliosissimi di tutto quello che ha fatto. Forse, vivendolo ogni giorno, neanche noi ci eravamo mai accorti di quanto fosse grande, di quanto era riuscito a fare per noi".
A raccogliere la pesante eredità di Angelo Vassallo, "forse il compito più difficile di tutti" come lo definisce il figlio Antonio, è stato Stefano Pisani, eletto a maggio nuovo sindaco di Pollica dopo essere stato per molti anni al fianco dell'ex primo cittadino.
"Certe volte mi chiedono dove io abbia trovato la forza di continuare, e rispondo che è merito dell'incoscienza. Cerchiamo di rivolgere la nostra attenzione alle cose da fare, piuttosto che a pensare ad Angelo che non c'è più", spiega all'ADNKRONOS Pisani.
"L'affetto che ci legava ad Angelo - racconta - andava al di là del semplice rapporto politico-istituzionale, insieme a lui abbiamo scommesso su come si poteva cambiare questo territorio. Non vogliamo parlare di lui al passato, perché quello che ha fatto per questa comunità è ancora vivo e continua a essere il nostro progetto di sviluppo per questa comunità. In questi mesi è stato fatto uno sforzo immane per continuare il suo lavoro".
Quando ad amministrare il territorio ci sono uomini così, la politica locale si riduce ad un corpo a corpo drammatico fra gli amministratori onesti (lasciati soli dallo Stato e spesso avversati dal governo) e le mafie economico-strutturali; se non saremo capaci di annientare questo binomio saremo un Paese che avrà sempre più bisogno di eroi, che sfidano quotidianamente il martirio.
Sui territori del sud, è, infatti, in corso una sfida fondamentale che è “nazionale” nel senso gramsciano del termine; resa più difficile dall’indirizzo leghista e secessionista del regime.
Occorre un ritorno alla politica vera, costituzionale, che è l’unica nemica delle mafie, perché tenta di rilanciare coscienza e senso di massa, perché ricerca la contraddizione di fondo tra capitale e vita, che è, oggi, perno della nuova questione meridionale.
Le mafie sono nelle istituzioni, nelle polizie, nell’economia, nel lavoro. Non lasciare soli gli amministratori come Angelo Vassallo signfica riprendere le battaglie di Angelo, sull’ambiente, sulla costa, sul mare, sui beni comuni; essi devono diventare le nostre battaglie, ricostruendo un popolo e una società. La borghesia mafiosa siede nei consigli di amministrazione, gestisce lo smaltimento dei rifiuti, si fa assegnare finanziamenti pubblici attraverso società criminali o prestanomi. E’ lì, allora, il campo dell’immpegno istituzionale e sociale. E’ parte del conflitto contro il capitale, nelle forme, nelle dimensioni che esso assume nei territori meridionali.
Solo se siamo veramente convinti e crediamo in questo, allora Angelo Vassallo è uno di noi.
[Benedetto Randazzo]

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