venerdì 16 settembre 2011

16 Settembre 1982, Sabra e Chatila – Un massacro impunito

Sono le 17 quando le truppe falangiste cristiane libanesi entrano nel campo profughi palestinesi di Sabra e Chatila, in un’area controllata da truppe israeliane e compiono indisturbate un massacro. In 40 ore vengono distrutte centinaia di abitazioni ed uccisi circa 3000 profughi – UN GENOCIDIO del nostro tempo per il quale nessuno è mai stato condannato né tantomeno inquisito.
Tra il 16 ed il 18 settembre 1982, il popolo di Palestina ed il mondo intero, furono colpiti da un orrendo crimine: a Sabra e Chatila, abitavano migliaia di rifugiati palestinesi cacciati dalla Palestina nel 1948 durante l’occupazione Sionista delle loro case e delle loro terre, li furono circondati e rinchiusi durante l’aggressione Sionista e l’occupazione di Beirut.
Le forze Sioniste, sotto il comando di Ariel Sharon, prima ministro della difesa, poi primo ministro dello Stato Sionista, hanno accerchiato i campi ormai svuotati dai combattenti della resistenza e abitati soprattutto da donne e bambini palestinesi e libanesi, ordinando l’entrata a Sabra e Chatila delle Forze libanesi, una milizia di falangisti di destra con stretti legami con gli occupanti Sionisti e l’Esercito del Libano del Sud, l’esercito manovrato dell’entità Sionista in Libano.
Per i due giorni che sono seguiti, aiutati dall’illuminazione dei razzi notturni e da altri appoggi dell’esercito Sionista che circondava i campi, queste milizie hanno torturato, stuprato ed assassinato migliaia di rifugiati palestinesi, con la piena approvazione ed appoggio degli invasori Sionisti.
Il sangue di migliaia di rifugiati palestinesi dei campi di Sabra e Chatila è rimasto impresso sulle mani di Ariel Sharon, nel brutale massacro di un popolo, che tutt’oggi continua.
Per i più giovani è bene ricordare che le radici del massacro di Sabra e Chatila sono da ricercare nel 1948 e nell’espropriazione ed espulsione di centinaia di migliaia di Palestinesi durante la colonizzazione Sionista e l’occupazione di quella terra, della loro terra.
I Palestinesi furono costretti a riparare in campi profughi sparsi in tutta la nazione Araba, gli furono negati i loro diritti e la loro identità, furono le vittime designate dello sterminio di una Nazione.
Dal 1948, i Palestinesi sono stati dappertutto oggetto di attacchi alle loro vite, ai loro diritti e vivono sotto costanti e barbare aggressioni; i crimini di guerra ed il massacro di Sabra e Chatila è solo uno dei più terribili esempi. 
I massacri non sono finiti il 18 settembre 1982, non si sono mai fermati e continuano tutt’oggi.
I crimini continueranno fino a che non verrà realizzata la vera giustizia e la liberazione per tutti i rifugiati palestinesi con il riconoscimento del diritto a ritornare nelle proprie case e terre e finché non verranno realizzati i diritti alla liberazione nazionale, alla sovranità e all’autodeterminazione: tutti concetti compresi nella dichiarazione dei diritti dell’uomo, universalmente riconosciuta…
L’unica difesa per i rifugiati palestinesi è l’esercizio del loro fondamentale diritto al ritorno. Le migliaia di assassinati nei campi di Sabra e Chatila sono morti lottando per quel diritto. Un diritto che ancora oggi è vitale e fondamentale per i Palestinesi .
E’ bene non dimenticare che i crimini del Sionismo, in quanto progetto di insediamento coloniale, fanno parte dei crimini commessi dall’imperialismo degli Stati Uniti nella nazione Araba ed in tutto il mondo; anche l’invasione Sionista del Libano ebbe la piena approvazione ed  appoggio degli USA; ancora oggi, non è un segreto, l’entità Sionista riceve miliardi di dollari ed armamenti ogni anno dal governo degli USA per continuare la sua aggressione furiosa contro il popolo Palestinese e che si consuma quotidianamente anche con il silenzio di tutte le nazioni che hanno lottato per ottenere gli stessi diritti fondamentali…

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