Caste, lobbies, mafie… gli ultimi accadimenti inducono certamente il cittadino comune quantomeno a qualche riflessione.
Se attribuiamo alla parola mafia un significato più largo, che va cioè oltre a quello legato alle associazioni criminali note, definite e perseguite dal nostro Codice Penale, visto che sempre più si parla di caste e lobbies… questo ha attinenza, vicinanza, contiguità con la mafiosità di questo Paese?
Di sicuro l’onestà e la correttezza in questo paese sono vissute come una colpa da parte di chi non segue (ma non dimentichiamoci mai di chi non ha seguito) “il canto delle sirene” dell’arrogante mondo che gira e tende verso simboli sbagliati con la logica dell’arricchimento, della corruzione, della forza, dell’aggressività, della sopraffazione.
E’ cosa certa che tutto questo ha alimentato la crescita, l’espansione e l’esportazione delle mafie intese come organizzazioni criminali. Ma torniamo a noi, cosa ne è oggi della nostra integrità morale? E’ sufficiente la notizia della cattura di qualche vecchio latitante, a farci stare tranquilli, a non porci delle domande e soprattutto a non riflettere?
Cosa è cambiato in questo paese da farci diventare così “refrattari” verso questi temi e dipingere di color “talebano” (e come tale da denigrare-isolare), chi continua a parlarne o continua a contrastare il fenomeno criminale divenuto piaga sociale?
Cosa ne è dell’indignazione sociale seguita al periodo dello stragismo mafioso dei primi anni 90, ora che le organizzazioni criminali, che non sono solo le mafie conosciute, ma le nuove P2-P3-P4…, imperversano indisturbate da Nord a Sud del Paese, ora che si sono molto “istituzionalizzate” ed inquinano agevolmente l’economia, pezzi di istituzioni, le alte burocrazie e le nostre coscienze?
Il pericolo più grande sta nel fatto che ormai ha pervaso ogni cosa e che non è più riconoscibile: è un errore pensare oggi che la mafia o la mafiosità risiede in un gruppo o partito politico ancorchè i suoi esponenti votino in Parlamento in un certo modo, certo, questi sono segnali da non sottovalutare!
La pericolosità della mafia e della mafiosità sta nel suo essere perfettamente trasversale alla politica, alla società civile, all’economia ed alle istituzioni con la sua subcultura dell’avere ad ogni costo.
Non illudiamoci che lo Stato possa da solo contrastare un fenomeno di questa portata che muove ormai il 25% del P.I.L., intorno a capitali di provenienza illecita: 135 miliardi di € nel 2009! (la manovra finanziaria di Monti per il 2012-2014 è di 60 mld. di €.)
Il fatto eclatante di queste ultime ore: il Parlamento che nega l’autorizzazione all’arresto del 57° (56 sono già in carcere per i medesimi fatti) affiliato alla cosca dei casalesi, perché dopo una fulminea carriera politica oggi siede nel NOSTRO PARLAMENTO, deve necessariamente suscitare l’indignazione generale e farci reagire perché quando vogliono farci credere che “questa è l’Italia” dobbiamo avere tutti un sussulto ed all’unisono dire NO!
In fondo tale diritto è sancito dall’articolo 1 della nostra Costituzione, ricordate ? ….. l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Avevo “i calzoni corti” quando mi fu spiegato e prescritto a scuola di impararlo a memoria; con il passare del tempo ho imparato a comprenderne il suo significato profondo ed oggi… oggi, non posso rimanere impassibile nel vederlo inchiodato come “Cristo in croce” nell’apprendere la notizia che la volontà di oltre 1.200.000 italiani di proporre una Legge, viene calpestata proprio dalle Istituzioni repubblicane.
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