martedì 8 gennaio 2013

Per non dimenticare: Giuseppe Fava


Per non dimenticare: GIUSEPPE FAVA
[scrittore, giornalista, drammaturgo, saggista e sceneggiatore ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984]

In una celeberrima intervista rilasciata a Enzo Biagi, appena una settimana prima del suo assassinio, verità di un’incredibile attualità già note e denunciate 29 anni fa dal giornalista antimafia siciliano:
Io vorrei che gli italiani sapessero che non è vero che i siciliani sono mafiosi. I siciliani lottano da secoli contro la mafia.
I mafiosi stanno in parlamento, i mafiosi sono ministri, i mafiosi sono banchieri, sono quelli che in questo momento sono al vertice della nazione. Nella mafia moderna non ci sono padrini, ci sono grandi vecchi i quali si servono della mafia per accrescere le loro ricchezze, dato questo che spesso viene trascurato.
L’uomo politico non cerca attraverso la mafia solo il potere, ma anche la ricchezza personale, perché è dalla ricchezza personale che deriva il potere, che ti permette di avere sempre quei 150mila voti di preferenza. La struttura della nostra politica è questa: chi non ha soldi, 150mila voti di preferenza non riuscirà ad averli mai!
I mafiosi non sono quelli che ammazzano, quelli sono gli esecutori; ad esempio si dice che i fratelli Greco siano i padroni di Palermo, i governatori. Non è vero, sono solo degli esecutori, stanno al posto loro e fanno quello che devono fare.
Io ho visto molti funerali di Stato: dico una cosa che credo io e che quindi può anche non essere vera, ma molto spesso gli assassini erano sul palco delle autorità”.
Giuseppe (Pippo) Fava venne freddato da mani mafiose il 5 gennaio 1984 a Catania, dopo che i potenti della città tentarono fino all’ultimo istante di comprare lui, il suo silenzio e il suo giornale: “I Siciliani”.

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