mercoledì 18 settembre 2013

Vent'anni fa Don Pino Puglisi

Io sono venuto quì per aiutare la gente per bene a camminare a testa alta...

 
Sono parole di Don Pino Puglisi e credo che se Cristo fosse stato suo contemporaneo, nel quartiere Brancaccio di Palermo, non avrebbe fatto o detto una cosa tanto diversa…
La storia di Don Pino Puglisi è quella della Chiesa migliore, quella fatta di parroci che svolgono un ruolo fondamentale in un contesto sociale come quello di Brancaccio e di tanti altri luoghi in cui la criminalità ha sempre avuto una fortissima influenza su tutto; è la dimostrazione che la mafia ha paura di chi diffonde la cultura antimafia assumendosi la responsabilità di proteggere i bambini ed i ragazzi, senza nascondersi o tirarsi indietro mai, nemmeno di fronte alla certezza di essere eliminati.
Il 20° anniversario dell’uccisione di don Pino Puglisi (15 settembre), porta con sé un elemento di gioia: la sua beatificazione proclamata il 25 giugno scorso nella splendida cornice del Foro Italico di Palermo; quel 15 settembre Don Pino compiva 56 anni, ad attenderlo, un commando formato da Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. A fare fuoco fu Salvatore Grigoli, detto “u’ cacciaturi”, su ordine dei boss del quartiere, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano.
E’ stato proprio Grigoli, arrestato nel 1997 dopo una lunga latitanza e dopo essere sfuggito a una trappola mortale ordita da Cosa Nostra, a fare luce sull’omicidio. Il killer, dopo avere confessato e chiamato in causa i complici, ha iniziato un cammino di conversione.
Nel ricordo del suo impegno, innumerevoli sono le scuole, i centri sociali, le strutture sportive, le strade e le piazze a lui intitolate a Palermo, in tutta la Sicilia, in Italia. Commemorazioni e iniziative si sono tenute anche all’estero, dagli Stati Uniti al Congo, all’Australia.
In questi anni la sua figura è uscita dalla discrezione e riservatezza in cui lui stesso amava vivere ed operare e la sua storia e la sua testimonianza sono divenute patrimonio della chiesa e del mondo. Il dato più visibile e concreto del suo martirio è racchiuso nel continuo pellegrinaggio che tanti continuano a fare sulla sua tomba, posta momentaneamente nella cattedrale di Palermo. L’assassino di Padre Puglisi si colloca accanto ad altri delitti che hanno ferito e scosso profondamente la coscienza collettiva e faccio riferimento innanzitutto, ma non solo, all’uccisione del generale Dalla Chiesa e di Libero Grassi, persone che volevano solo svolgere il loro mestiere, il loro compito nella legalità: affinità che colgo perché sono stati, nel momento del loro tragico destino, uomini soli, materialmente e moralmente.

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