La bieca abitudine di
riabilitare i potenti…
[Andrea Scanzi –
Giornalista]
Questo paese è incredibile. Basta
morire e i peccati di colpo paiono assolversi. Così, adesso, c'è già chi
riabilita il signore della guerra Ariel Sharon: "Un leader contraddittorio",
"nella sua storia ci sono errori ma anche grandi gesti", "l'uomo che comunque
cercò la pace benché in maniera oltranzista". E' uno scherzo? Il massacro di
Sabra e Chatila è già stato dimenticato? Sidun di Fabrizio De André
l'ho ascoltata solo io?
Ecco,
tra i tanti, il racconto di una giornalista del Daily Mail: «Nella mattinata di
sabato 18 settembre 1982, tra i giornalisti esteri si sparse rapidamente una
voce: massacro. Io guidai il gruppo verso il campo di Sabra. Nessun segno di
vita, di movimento. Molto strano, dal momento che il campo, quattro giorni
prima, era brulicante di persone. Quindi scoprimmo il motivo. L'odore
traumatizzante della morte era dappertutto. Donne, bambini, vecchi e giovani
giacevano sotto il sole cocente. La guerra israelo-palestinese aveva già portato
come conseguenza migliaia di morti a Beirut. Ma, in qualche modo, l'uccisione a
sangue freddo di questa gente sembrava di gran lunga peggiore». Le truppe
israeliane di Sharon permisero quel massacro, che vide la morte di un numero
tuttora imprecisato di civili palestinesi (chi dice 400, chi
3500).
Sabra
e Chatila erano due campi profughi, controllati in territorio libanese
dall'esercito israeliano. Prima dell'eccidio, l'esercito di Sharon (Ministro
della Difesa) chiuse quei campi, affinché falangisti e milizie
cristiano-maronite libanesi potessero comodamente infierire su donne, anziani e
bambini, con la scusa della vendetta per l'assassinio di Bashir Gemayel,
fondatore delle Falangi e Presidente della Repubblica del Libano ucciso pochi
giorni prima in un attentato.
Fu
Sharon, come Ministro della Difesa, a decidere di invadere il
Libano.
Fu
Sharon, benché responsabile "indiretto" a Sabra e Chatila (a uccidere
concretamente furono i falangisti), "ad aver ignorato il pericolo di spargimento
di sangue e di vendetta" e a "non prendere misure appropriate per evitare
spargimento di sangue".
Fu
sempre Sharon, nel 2000,
a scatenare la Seconda Intifada ,
con la famosa "passeggiata" plateale nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme
(tradizionalmente controllata dai palestinesi).
Questa
bieca abitudine di riabilitare tutti i potenti è una prassi intellettualmente
oscena. Il rispetto si merita, e per questo non si può avere nei confronti di
chi non è stato semplicemente un uomo "contraddittorio e in chiaroscuro", come
leggo ora anche in editoriali illustri, ma ha bensì sulla coscienza migliaia di
morti. I garantisti, comicamente, sostengono adesso che Sharon fu in qualche
modo "assolto" dopo le indagini della Commissione Kahan. Non esattamente:
la
Commissione arrivò a queste conclusioni nel 1983: "Abbiamo
stabilito che il ministro della Difesa [Ariel Sharon] ha la responsabilità
personale".
E'
vero poi che, molti anni dopo, Israele si oppose al tentativo belga di
incriminare Ariel Sharon; a causa delle pressioni internazionali, il parlamento
belga rivide la legge sulla universalità della competenza e a quel punto
la Corte di
Cassazione del Belgio si trovò costretta ad archiviare la posizione di
Sharon.
Io ho
pianto quando è morto Vittorio Arrigoni, non certo per
Sharon.
A chi ribatte che "ultimamente
Sharon era moderato", faccio notare che è vero, sì, ultimamente era più
moderato, ma solo perché da otto anni era in
coma!
|
“Sidone è la città Libanese che ci ha regalato oltre all’uso delle lettere dell’alfabeto anche l’invenzione del vetro. Me la sono immaginata dopo l’attacco delle truppe del generale Sharon nel 1982, come un uomo arabo di mezz’età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato… |
Quindici anni senza
Fabrizio.
Ma è bello oggi come
ieri continuare a pensare che "dove finiscono le sue dita debba in qualche
modo incominciare una chitarra…."
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