Il reato di depistaggio nel nostro ordinamento
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Nonostante la storia d’Italia sia stata insanguinata da
numerose stragi, ad oggi non esiste nell’ordinamento repubblicano il reato proprio
di depistaggio per colpire quei poteri che hanno fatto e fanno delle omissioni,
dell’occultamento, della distruzione di prove uno strumento chiave per
nascondere la verità.
Il 26
maggio il Senato ha approvato con modifiche, il “ddl” che introduce nel codice
penale il reato di “frode in processo penale e depistaggio” che prevede pene
detentive fino a 12 anni per i pubblici ufficiali qualora venga commesso nel corso delle indagini per i reati di
associazione mafiosa, sovversiva, terroristica, attentato contro il Presidente
della Repubblica, strage, scambio politico-mafioso, insurrezione armata, banda
armata, traffico di armi ed altri delitti.
Un ddl atteso da anni dalle associazioni dei familiari
delle vittime di mafia, delle stragi, che rimanda ad alcuni snodi cruciali
della storia recente italiana: dalla vicenda di Piazza Fontana a all'attentato
alla stazione di Bologna, dalle stragi mafiose al caso Moro, a Ustica.
Fino ad oggi, alle diverse condotte di depistaggio - inqualificabili
per gravità politica e morale - non
hanno mai corrisposto sanzioni adeguate, limitandosi l’ordinamento
a prevedere per casi simili i reati di falsa testimonianza, omissione o
soppressione di atti d’ufficio, senza evidenziare le conseguenze che tali
condotte hanno, sul piano penale e della verità.
Questa
sembra sia la volta buona: il Decreto torna ora alla Camera per il “si”
definitivo, che inasprisce anche le pene per fattispecie già previste, dovrebbe
arrivare entro l’estate, secondo le previsioni dei parlamentari proponenti.
La nuova
fattispecie di reato punirà il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico
servizio che “al fine di
impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo penale immuta
artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o
delle persone connessi al reato…afferma il falso o nega il vero, ovvero tace,
in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito.
Se il fatto è commesso mediante distruzione, soppressione, occultamento,
danneggiamento, in tutto o in parte, ovvero formazione o artificiosa
alterazione, in tutto o in parte, di un documento o di un oggetto da impiegare
come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato o al suo
accertamento, la pena è aumentata da un terzo alla metà.” [ il
testo è consultabile su http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00976361.pdf
]
Nello
stesso testo dopo “il bastone”, “la carota”: la pena è diminuita dalla
metà fino ai 2/3 nei confronti di colui che "si adopera per ripristinare lo stato originario dei luoghi, delle cose,
delle persone o delle prove, nonché per evitare che l'attività delittuosa venga
portata a conseguenze ulteriori – ovvero per chi aiuta – concretamente
l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella ricostruzione del fatto
oggetto dell'inquinamento processuale e depistaggio e nell'individuazione degli
autori".
Non solo, la norma prevede anche
“un giro di vite” che, alla luce di fatti delittuosi di questo tipo rimasti
impuniti riferiti a personaggi tristemente noti, necessitava nel nostro
ordinamento: l'interdizione perpetua dai
pubblici uffici; pena accessoria che si applicherà anche quando il pubblico
ufficiale o l'incaricato sono cessati dall'ufficio o dal servizio.
Leggendo
le previsioni di questa nuova normativa, tornano alla mente fatti storici e
personaggi tristemente noti che hanno contornato delitti di mafia, stragi,
incidenti aerei, il processo senza fine sulla presunta trattativa Stato-mafia,
che ha visto coinvolti anche uomini delle Istituzioni repubblicane di altissimo
livello…
La norma
in approvazione in linea di massima è condivisibile, trovo tuttavia che prima di inasprire le pene già
previste nel nostro ordinamento bisognerebbe renderle effettive. È del tutto
inutile inasprire le pene teoriche se il sistema fa acqua!
Rendere effettive le pene sicuramente restituirebbe
fiducia nel sistema: per punire chi si macchia di reati così odiosi è bene che
si costruiscano nuove carceri e prevedere lavori forzati di pubblica utilità
che assicurino un risarcimento e siano utili alla vita dello Stato.
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