“
…fermo come un albero, libero come un uomo ” – Chico Mendes
Il
ricordo della sua esistenza è legato indissolubilmente alla lotta per il
diritto alla terra ed alla dignità dei “siringueiros”,
(termine di origine portoghese che indica gli operai che estraggono il lattice
per la fabbricazione della gomma naturale in Amazzonia), quando un piano
governativo di “sviluppo” per l’Amazzonia, ha di fatto permesso lo sfruttamento
indiscriminato di terre e popolazioni, attraendo costruttori, allevatori di
bestiame, compagnie di legname e nuovi coloni: non parliamo del 18° secolo né
del sevaggio west, la storia è degli anni ’70…
In
condizioni veramente difficili di sottosviluppo e di sfruttamento legalizzato,
contro grandi interessi economici perseguiti da gente senza scrupoli, Chico
Mendes organizzò un sindacato di lavoratori rurali per difendersi dalle
violente intimidazioni e dalle occupazioni della terra praticati dai nuovi
arrivati che stavano distruggendo la foresta e quindi togliendo ai lavoratori
rurali i loro mezzi di sostentamento.
Organizzò
una vera e propria resistenza non-violenta con numerosi gruppi di lavoratori
rurali che formavano dei “blocchi umani” intorno alle aree di foresta
minacciate di distruzione.
Azioni
di contrasto che se da un lato salvarono ettari di foresta, dall’altro
suscitarono la collera dei costruttori senza scrupoli, soliti risolvere gli
“intoppi” sia grazie a politicanti corrotti, sia assoldando pistoleri per
eliminare gli “ostacoli umani”.
E’
di questo periodo la nascita delle cosiddette “riserve estrattive”, dove i
“Siringueros” hanno potuto continuare a raccogliere e lavorare il lattice di
gomma e a raccogliere frutti, noci e fibre vegetali.
L'interesse
internazionale si concentro' su Mendes come difensore della foresta, ma il suo ruolo
come leader lo fece anche diventare l'obiettivo degli oppositori frustrati ed
infuriati.
A
Chico costò la vita l’essersi attivato per far divenire il suo paese natale, il
Serigal Cachoeira, una riserva estrattiva, sfidando il proprietario terriero ed
allevatore locale, Darly Alves da Silva, che reclamava la proprieta' della
terra; Chico venne ucciso il 22 dicembre 1988.
Per
almeno due anni, ci furono diverse speculazioni sugli assassini; nonostante
fossero ben noti, furono considerati fuori dalla portata legale per le loro
connessioni con influenti proprietari terrieri e figure ufficiali corrotte
della regione - un compromesso comune nelle terre di frontiera del Brasile.
Forti
pressioni nazionali ed internazionali riuscirono tuttavia a far arrivare il caso
in tribunale. Nel dicembre del 1990, Darly Alves da Silva ricevette una
condanna a 19 anni di prigione per essere stato il mandante dell'omicidio; suo
figlio, Darci, ricevette la stessa condanna per esserne stato l'esecutore
materiale.
Ma
quando i media spostarono i loro riflettori, gli omicidi continuarono. Dagli
ultimi anni del '70, di centinaia di omicidi di leaders sindacali e protestanti
per i diritti della terra, l'unico che fu investigato completamente e che ha
portato ad una condanna fu quello di Chico Mendes.
La
condanna a Darly Alves da Silva fu annullata nel febbraio del 1992 dalla Corte
d’Appello di Rio Branco….
“… fermo come un
albero, libero come un uomo”, Chico a me piace ricordarlo come nella canzone che
gli ha dedicato il Cantautore Mario Lavezzi: “ con un sorriso
sempre luminoso, di chi è nato Siringuero, di chi muore e resta fiducioso che
qualcosa cambierà…”
“Per la gloria”
il video di una
canzone di Mario Lavezzi con Gianni Bella, Mango, Raf e Riccardo Cocciante
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