Io sono venuto quì per aiutare la gente per bene a camminare a testa alta... |
Sono parole di Don Pino Puglisi
e credo che se
Cristo fosse stato suo contemporaneo, nel quartiere
Brancaccio di Palermo, non avrebbe fatto o detto una cosa tanto
diversa…
La storia di Don
Pino Puglisi è quella della Chiesa migliore, quella fatta di
parroci che svolgono un ruolo fondamentale in un contesto
sociale come quello di Brancaccio e di tanti altri luoghi in cui
la criminalità ha sempre avuto una fortissima influenza su
tutto; è la dimostrazione che la mafia ha paura di chi diffonde
la cultura antimafia assumendosi la responsabilità di proteggere
i bambini ed i ragazzi, senza nascondersi o tirarsi indietro
mai, nemmeno di fronte alla certezza di essere eliminati.
Il 20° anniversario
dell’uccisione di don Pino Puglisi (15 settembre), porta con sé un
elemento di gioia: la sua beatificazione proclamata il 25 giugno
scorso nella splendida cornice del Foro Italico di Palermo; quel 15
settembre Don Pino compiva 56 anni, ad attenderlo, un commando
formato da Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi
Giacalone. A fare fuoco fu Salvatore Grigoli, detto “u’ cacciaturi”,
su ordine dei boss del quartiere, i fratelli Giuseppe e Filippo
Graviano.
E’ stato proprio
Grigoli, arrestato nel 1997 dopo una lunga latitanza e dopo essere
sfuggito a una trappola mortale ordita da Cosa Nostra, a fare luce
sull’omicidio. Il killer, dopo avere confessato e chiamato in causa
i complici, ha iniziato un cammino di conversione.
Nel ricordo del suo
impegno, innumerevoli sono le scuole, i centri sociali, le strutture
sportive, le strade e le piazze a lui intitolate a Palermo, in tutta
la Sicilia, in Italia. Commemorazioni e iniziative si sono tenute
anche all’estero, dagli Stati Uniti al Congo, all’Australia.
In questi anni la sua
figura è uscita dalla discrezione e riservatezza in cui lui stesso
amava vivere ed operare e la sua storia e la sua testimonianza sono
divenute patrimonio della chiesa e del mondo. Il dato più visibile e
concreto del suo martirio è racchiuso nel continuo pellegrinaggio
che tanti continuano a fare sulla sua tomba, posta momentaneamente
nella cattedrale di Palermo. L’assassino di Padre Puglisi si colloca
accanto ad altri delitti che hanno ferito e scosso profondamente la
coscienza collettiva e faccio riferimento innanzitutto, ma non solo,
all’uccisione del generale Dalla Chiesa e di Libero Grassi, persone
che volevano solo svolgere il loro mestiere, il loro compito nella
legalità: affinità che colgo perché sono stati, nel momento del loro
tragico destino, uomini soli, materialmente e moralmente.
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